Una donna vestita con abbigliamento ecosostenibile
Una donna vestita con abbigliamento ecofriendly

Nel panorama attuale della moda, l’attenzione per l’ambiente e la sostenibilità è diventata sempre più importante. Ecco perché è fondamentale conoscere i materiali ecosostenibili per il vestiario e le ultime tendenze. La moda sostenibile sta prendendo piede, offrendo una vasta gamma di opzioni che rispettano l’ambiente senza rinunciare allo stile.

Quali sono i materiali ecosostenibili usati nell’industria tessile

Tessuti come il cotone organico, la canapa e il lino sono scelte popolari per la loro produzione a basso impatto ambientale. Inoltre, il riciclo di materiali come il poliestere riciclato e il nylon rigenerato sta guadagnando sempre più terreno nell’industria della moda. Questi materiali ecosostenibili per vestiti ci permettono di esprimere la nostra personalità attraverso la moda, senza farci sentire in colpa verso il pianeta.

vestiario ecosostenibile
vestiario ecosostenibile

Cosa si intente per cotone organico e da dove si ricava?

Il cotone organico è un tipo di cotone che viene coltivato seguendo pratiche di agricoltura biologica, senza l’uso di pesticidi, erbicidi o fertilizzanti chimici sintetici. .

La coltivazione del cotone organico si basa su principi come la rotazione delle colture, l’utilizzo di compost e il controllo biologico dei parassiti per mantenere il suolo sano e fertile e ridurre al minimo il bisogno di interventi chimici. Inoltre, il cotone organico è spesso raccolto con metodi manuali o meccanici che non danneggiano l’ambiente.

Per essere certificato come organico, il cotone deve soddisfare i criteri stabiliti da organizzazioni di certificazione riconosciute a livello internazionale, come il Global Organic Textile Standard (GOTS). Queste certificazioni garantiscono che il cotone sia stato coltivato e lavorato secondo standard rigorosi di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale.

Il cotone organico è apprezzato per la sua qualità e per il minor impatto ambientale rispetto al cotone tradizionale, rendendolo una scelta popolare per abbigliamento, biancheria da letto e altri prodotti tessili sostenibili.

Da quali piante si ricava il cotone organico?

Il cotone organico si ricava dalle piante del genere Gossypium, esattamente come il cotone convenzionale. Queste piante appartengono alla famiglia delle Malvaceae e sono coltivate in molte parti del mondo in climi caldi e subtropicali. Ci sono diverse specie di Gossypium utilizzate per la produzione di cotone, ma alcune delle più comuni includono:

  • Gossypium hirsutum: Conosciuto anche come cotone upland, rappresenta circa il 90% della produzione mondiale di cotone. È originario dell’America Centrale, del Messico e dei Caraibi, ma oggi viene coltivato in molte altre regioni del mondo.
Foto di una pianta di Gossypium hirsutum usata per la produzione del cotone
Foto di una pianta di Gossypium hirsutum
  • Gossypium barbadense: Nota per le sue fibre lunghe e di alta qualità, è la specie da cui si ricavano il cotone egiziano e il Pima. Questa specie è originaria dell’America del Sud.
  • Gossypium arboreum e Gossypium herbaceum: Sono specie di cotone native dell’Asia e dell’Africa, rispettivamente. Producono fibre di qualità inferiore rispetto a Gossypium hirsutum e Gossypium barbadense, ma sono ancora utilizzate in alcune parti del mondo per la produzione di cotone.

Nota bene che La differenza principale tra il cotone organico e quello convenzionale non è nella specie della pianta da cui si ricava, ma nelle pratiche agricole utilizzate per coltivarlo. .

Cosa è la canapa e perchè è considerata tra i materiali ecosostenibili per la produzione di abbigliamento?

La canapa è una pianta della famiglia delle Cannabaceae che è coltivata da millenni per le sue fibre robuste, i semi nutrienti e l’olio. Per quanto riguarda la produzione di abbigliamento, la canapa è considerata un materiale ecosostenibile per diversi motivi:

Foto di una pianta di la canapa, tra i migliori materiali ecosostenibili
Foto di una pianta di la canapa
  1. Basso Impatto Ambientale: La canapa richiede meno acqua per crescere rispetto ad altre colture tessili, come il cotone. Inoltre, ha la capacità di crescere in diverse condizioni climatiche senza la necessità di pesticidi, erbicidi o fertilizzanti chimici, riducendo l’impatto ambientale associato alla sua coltivazione.
  2. Rigenerazione del Suolo: La canapa ha un sistema radicale profondo che aiuta a prevenire l’erosione del suolo e migliora la sua qualità, rendendo il terreno più fertile per le future colture.
  3. Efficienza di Produzione: La canapa produce una quantità significativamente maggiore di fibre per ettaro rispetto ad altre colture, come il cotone, rendendola una risorsa molto efficiente dal punto di vista della produzione.
  4. Biodegradabilità: I tessuti di canapa sono 100% biodegradabili, il che significa che si decompongono naturalmente senza lasciare tossine o rifiuti persistenti nell’ambiente.
  5. Versatilità e Durata: La fibra di canapa è incredibilmente resistente e durevole, il che rende i prodotti tessili realizzati con essa meno dipendenti da cicli di sostituzione frequenti. La canapa può essere utilizzata per produrre una vasta gamma di articoli di abbigliamento, compresi capi resistenti e confortevoli che resistono all’usura nel tempo.
  6. Assorbimento di CO2: La coltivazione della canapa assorbe una significativa quantità di CO2 dall’atmosfera, contribuendo a mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici.

Queste caratteristiche rendono la canapa un’opzione preferibile per la produzione di abbigliamento sostenibile, rispecchiando un crescente interesse verso pratiche più rispettose dell’ambiente nel settore della moda.

Da cosa si ricava il lino e perchè è considerato a basso impatto ambientale?

Il lino è ricavato dalle fibre della pianta di lino (Linum usitatissimum), che è coltivata principalmente per i suoi semi (da cui si ottiene l’olio di lino) e per le sue fibre lunghe e resistenti, utilizzate nella produzione di tessuti. La produzione di lino è considerata a basso impatto ambientale per diverse ragioni:

  1. Uso efficiente dell’acqua: A differenza del cotone, la coltivazione del lino richiede quantità minori di acqua, rendendola una coltura più sostenibile in aree con risorse idriche limitate.
  2. Minore bisogno di pesticidi e fertilizzanti: Il lino è naturalmente resistente a molte malattie e parassiti, il che riduce la necessità di utilizzare pesticidi e fertilizzanti chimici durante la sua coltivazione. Questo aspetto contribuisce a ridurre l’inquinamento del suolo e delle acque sotterranee.
  3. Biodegradabilità: Il lino è completamente biodegradabile, il che significa che i tessuti di lino possono decomporsi naturalmente senza lasciare tracce di inquinamento nell’ambiente, a differenza di molti tessuti sintetici che possono impiegare centinaia di anni per decomporsi.
  4. Efficienza energetica: La trasformazione delle fibre di lino in tessuto è generalmente meno energivora rispetto alla produzione di molti altri tessuti, soprattutto quelli sintetici, che richiedono processi industriali intensivi.
  5. Versatilità e durata: I tessuti di lino sono noti per la loro resistenza, durata e capacità di migliorare con il tempo. Queste caratteristiche significano che i prodotti in lino tendono a durare più a lungo, riducendo la necessità di produzione e consumo eccessivi.
  6. Assorbimento di CO2: La coltivazione del lino, come quella della canapa, può contribuire all’assorbimento di CO2 dall’atmosfera, contribuendo a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Foto di una pianta di lino per la produzione di abbigliamento
Foto di una pianta di lino

Per tutti questi motivi, il lino è considerato una delle fibre più ecologiche e sostenibili disponibili per la produzione di tessuti, offrendo una scelta rispettosa dell’ambiente per abbigliamento, biancheria da letto, tovagliato e altri prodotti tessili.

Come si ottiene il poliestere reciclato?

Il poliestere reciclato è ottenuto principalmente riciclando bottiglie di plastica PET (polietilene tereftalato), scarti industriali di poliestere e talvolta anche tessuti di poliestere usati, tramite un processo che trasforma questi materiali in nuove fibre di poliestere. Ecco i passaggi fondamentali per produrre poliestere reciclato:

  1. Raccolta e Selezione: Il primo passo consiste nella raccolta di materiale in PET, come bottiglie di plastica e contenitori, che vengono poi selezionati e separati in base al colore e al tipo di materiale.
  2. Pulizia: Il materiale raccolto viene pulito per rimuovere impurità, etichette e residui di cibo o liquidi. Questo passaggio è cruciale per garantire la qualità della fibra reciclata.
  3. Triturazione: Dopo la pulizia, il materiale viene triturato in piccoli pezzi o fiocchi. Questi fiocchi sono poi ulteriormente purificati per eliminare eventuali contaminanti.
  4. Riscaldamento e Ricottura: I fiocchi di PET vengono poi riscaldati e trasformati in una massa viscosa. Questo processo può avvenire tramite vari metodi, inclusa la ricottura, che riscalda i fiocchi fino a che non si trasformano in una massa omogenea.
  5. Estrusione: La massa viscosa viene successivamente spinta attraverso un ugello per formare filamenti, che vengono poi raffreddati e tagliati in fibre di lunghezza desiderata. Questo processo è simile a quello utilizzato per produrre poliestere vergine.
  6. Lavorazione delle Fibre: Le fibre di poliestere reciclato possono poi essere trattate ulteriormente per ottenere caratteristiche specifiche, come morbidezza, resistenza o elasticità. Queste fibre possono essere utilizzate da sole o combinate con altre fibre, sia naturali che sintetiche, per produrre una varietà di tessuti.

Il poliestere reciclato riduce la dipendenza dalle risorse petrolifere (dato che il poliestere tradizionale è un derivato del petrolio), diminuisce l’impatto ambientale associato alla produzione di nuove fibre sintetiche e contribuisce alla riduzione dei rifiuti plastici. Il processo di riciclo consente di risparmiare energia e risorse rispetto alla produzione di poliestere vergine, rendendo il poliestere reciclato un’opzione più sostenibile per l’industria tessile e del vestiario.

Come si ottiene il nylon rigenerato?

Il nylon rigenerato, noto anche come nylon riciclato, è ottenuto attraverso il processo di riciclaggio di scarti di nylon pre- e post-consumo, come reti da pesca, tappeti vecchi, tessuti industriali e scarti di produzione. Questo approccio non solo aiuta a ridurre i rifiuti e l’impatto ambientale associato alla produzione di nuove fibre sintetiche, ma contribuisce anche alla conservazione delle risorse naturali. Ecco i passaggi fondamentali per produrre nylon rigenerato:

  1. Raccolta e Selezione: Il processo inizia con la raccolta di materiali in nylon che non sono più utilizzabili nel loro stato attuale. Questi materiali possono provenire da diverse fonti, come le reti da pesca abbandonate negli oceani, che rappresentano una significativa fonte di inquinamento marino, o scarti industriali.
  2. Pulizia: I materiali raccolti vengono poi puliti per rimuovere impurità, oli, e altri contaminanti. Questo passaggio è cruciale per garantire che il nylon riciclato finale sia di alta qualità.
  3. Triturazione: Dopo essere stati puliti, i materiali in nylon vengono triturati in piccoli pezzi o fiocchi. Questo aumenta l’area superficiale dei materiali, facilitando i passaggi successivi del processo di riciclaggio.
  4. Depolimerizzazione: I pezzi di nylon vengono sottoposti a un processo chimico chiamato depolimerizzazione, che rompe le lunghe catene polimeriche del nylon nei loro componenti monomerici. Questo passaggio è fondamentale perché trasforma i materiali in una forma che può essere nuovamente polimerizzata per creare nuova fibra di nylon.
  5. Ripolimerizzazione: I monomeri ottenuti dalla depolimerizzazione vengono poi ripolimerizzati, ossia ricombinati chimicamente, per formare nuove catene polimeriche di nylon. Questo processo è simile alla polimerizzazione utilizzata per produrre il nylon vergine.
  6. Filatura: Il nylon rigenerato ottenuto viene infine filato in fibre, che possono essere utilizzate per produrre una vasta gamma di prodotti tessili, dall’abbigliamento agli accessori, fino ai tappeti e ad altri materiali industriali.

Il nylon rigenerato offre numerosi vantaggi ambientali, tra cui la riduzione dei rifiuti, il minore consumo di risorse non rinnovabili (come il petrolio, da cui il nylon vergine è comunemente derivato) e una significativa riduzione dell’impronta di carbonio rispetto alla produzione di nylon vergine. Brand e aziende in diversi settori stanno sempre più adottando il nylon rigenerato come parte dei loro sforzi per diventare più sostenibili.

Esistono Etichette e Certificazioni che garantiscono che il vestito acquistato sul territorio nazionale è ecosostenibile?

Sì, in Italia, come in molti altri paesi, esistono diverse etichette e certificazioni che possono aiutarti a identificare i capi di abbigliamento che rispettano criteri di sostenibilità ambientale. Ecco alcune delle certificazioni più diffuse a cui prestare attenzione quando si acquistano vestiti:

  1. Global Organic Textile Standard (GOTS): Una delle certificazioni più rigorose per i tessuti biologici, GOTS copre ogni passo della catena di produzione, dall’agricoltura biologica delle fibre, come il cotone o il lino, fino alla fabbricazione responsabile e all’etichettatura, assicurando che il prodotto sia realizzato in modo etico e sostenibile.
  2. OEKO-TEX® Standard 100: Questa etichetta garantisce che i tessuti (e i processi di produzione associati) siano stati testati per sostanze nocive, assicurando che il capo sia sicuro per la salute umana.
  3. Fair Wear Foundation: Sebbene più focalizzata sugli aspetti etici della produzione, come le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori, questa certificazione include anche considerazioni ambientali.
  4. Bluesign®: Questo standard si concentra sulla sicurezza ambientale nella produzione tessile, riducendo l’impatto sui consumatori e sull’ambiente. Garantisce che i prodotti tessili siano prodotti in modo responsabile, con il minimo impatto possibile sull’uomo e sull’ambiente.
  5. Cradle to Cradle Certified™: Questa certificazione valuta la sostenibilità di un prodotto attraverso diversi aspetti, come la salute ambientale, il riciclo dei materiali e l’uso energetico rinnovabile. .
  6. EU Ecolabel: Questo marchio ecologico dell’Unione Europea si applica a molti tipi di prodotti, inclusi i tessili. Garantisce che i prodotti abbiano un basso impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita.

Quando si acquistano vestiti, cercare queste etichette e certificazioni può aiutare a fare scelte più consapevoli e sostenibili. Tuttavia, è anche utile ricordare che la sostenibilità può variare notevolmente tra diversi prodotti e marchi, quindi approfondire e ricercare sulle pratiche specifiche di un’azienda può offrire ulteriori informazioni per prendere decisioni informate.